Milano si arricchisce dell’Osservatorio Fondazione Prada: uno spazio di esposizione fotografica destinato alla storia del 21° secolo
Sarà aperto al pubblico dal 21 dicembre lo spazio espositivo fotografico curato dalla Fondazione Prada, con specifica attenzione per quanto riguarda il mondo dell’immagine e dell’espressività del linguaggio visivo nel 21° secolo, tra nuovi brand, digitalizzazione dell’immagine e costanti cambiamenti delle prospettive artistiche del fotografo professionista.
Creato all’interno dell‘Ottagono della Galleria lo spazio fortemente voluto dal celebre brand di abiti e moda conclude così una lavorazione iniziata oltre 3 anni fa, riuscendo ad ottenere un proprio spazio nelle vetrine frontali nel Salotto di Milano.
L’iniziativa è stata resa possibile da un bando comunale, che ha fortemente voluto differenziare l’offerta di spazi commerciali e quelle per mostre, servizi culturali e facilitazioni per gli appassionati d’arte in città.
Nuovi spazi per cultura e arte da Fondazione Prada: il contenuto dell’esposizione
Il brand italiano ci offre così oltre 800 metri di esposizione di servizi fotografici e materiale correlato all’immagine di inizio secolo, dopo una vigorosa restaurazione di 5° e 6° piano della Galleria. Le mostre saranno inaugurate nei pochi giorni che precedono il Natale, partendo da “Give Me Yesterday“, aperta fino alla prossima primavera.
I contenuti delle esposizioni racconteranno il viaggio visuale di 14 autori sia italiani che esteri, dalla cui prospettiva potremo scoprire i cambiamenti avvenuti durante il secolo che stiamo vivendo, durante l’era dell’informazione, cercando di scoprire che valore e posto occupa la cultura dell’immagine.
L’edificio voluto dalla Fondazione Prada, con i suoi exhibit che durante il 2017 molto probabilmente moltiplicheranno in seguito alla risonanza internazionale dell’evento, si trova proprio allo stesso livello della cupola in ferro e vetro collocata sullo studio d’architettura effettuato dall’artista Giuseppe Mengoni, nel XIX secolo.
Tra gli altri autori internazionali che dobbiamo aspettarci di vedere a breve, troviamo nomi quali Kenta Kobayashi, Irene Fenara, Vendula Knopova, Leigh Ledare, Ryan McGinley, Wen Ling, Izumi Miyazaki, Greg Reynolds, l’italiano Antonio Rovaldi e Maurice van Es, di cui sono soprattutto attesi gli scatti sospesi tra tempo e spazio alla ricerca di un presente che non potrà più tornare.
Le esplorazioni fotografiche della Fondazione non si concludono di certo qui: attendiamo ulteriori news per quello che sembra essere un ritorno agli originali linguaggi descrittivi della foto documentativa/artistica.