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Come fotografare paesaggi acquatici con la lunga esposizione

Come fotografare paesaggi acquatici con la lunga esposizione

Come fotografare al meglio l’acqua e i paesaggi acquatici con trucchi per professionisti

Esattamente come avviene con la fotografia di grandi spazi aperti, anche fotografare i corsi acquatici o i grandi specchi lacustri, per non parlare del mare, è uno dei soggetti preferiti dalla maggior parte dei fotografi professionisti di ieri ed oggi.

Come spesso succede, i paesaggi naturali che contemplano la presenza dell’acqua rappresentano uno dei veri banchi di prova per un buon fotografo, che deve dimostrarsi capace di differenziare il proprio scatto passando da una foto “statica” ad una più “dinamica”, in cui il moto diventa parte integrante dell’opera.

Come fotografare, quindi, oltre ai classici e tranquilli specchi d’acqua, correnti di fiumi impetuosi, e mari in tempesta facendo risaltare la dinamicità dello scatto?

Molto spesso avremo visto servizi fotografici con immagini di torrenti o di onde molto simili a vere e proprie “cascate bianche” dall’effetto onirico, come se fossero state disegnate a mano da un professionista.

Dietro questa tecnica fotografica c’è la cosiddetta lunga esposizione, altrimenti nota come “motion blur”.

Spiegato brevemente, si tratta di un effetto di sfocatura del movimento, che si pratica esponendo per un tempo che possiamo giudicare lungo secondo i parametri della fotografia (ad esempio, per 1 secondo) il soggetto, permettendo alla luminosità riflessa dall’acqua di creare l‘effetto di scia desiderato sulle meccaniche del sensore fotografico.

Si tratta chiaramente di un evento non percepibile dall’occhio umano, che preferisce invece una maggiore continuità tra fotogramma e fotogramma.

 

Fotografare l’acqua con effetti motion blur: i trucchi del mestiere

Fotografare l'acqua con effetti motion blurScegliamo, per le nostre prime prove relative a come fotografare flussi d’acqua più o meno dinamici, un ambiente in cui abbiamo la certezza che la dinamicità del soggetto possa scorrere indisturbata.

Il successo di una foto con lunga esposizione/motion blur, date queste premesse, deriva dal continuo movimento dell’elemento che vogliamo fotografare, nel nostro caso l’acqua, e dal contrasto con l’ambiente circostante, che dovrà essere il più nitido possibile.

Paragonando il sensore fotografico all’occhio umano, si rivela da subito una differenza tra i due: dobbiamo modificare i tempi di scatto affinché la lunga esposizione possa essere applicata, generalmente aumentandoli di 1/3 di secondo.

Ricordiamo però che potremmo sperimentare con diversi valori a seconda della lentezza del soggetto: meno veloce sarà, maggiori dovranno essere le esposizioni applicate in termini di secondi, applicando inoltre i filtri più opportuni perché la luminosità sia equamente distribuita e non ci dia problemi nello scattare foto così peculiari.

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GIOVANNI MIELE

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