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La fotografia business d’arte in un’importante mostra a Lione, Francia

La fotografia business d’arte in un’importante mostra a Lione, Francia

Fotografia business di classe e arte di primo livello si incontrano

Può la fotografia, arte dell’immagine per eccellenza assieme a disegno e pittura, essere considerata un business, senza per questo mancare ai suoi intenti rappresentativi ed espressivi dei valori umani?

La nuova edizione della Docks Foto Art Fair di Lione, in Francia, ci dimostra quanto questi due concetti possano convivere perfettamente assieme, e non di rado potenziarsi a vicenda in una serie di scatti in vendita di importanti fotografi professionisti del panorama mondiale.

La convention, tenutasi recentemente nel capoluogo francese, ha esordito con le fotografie di viaggio del popolare anchorman TV francese Nikos Aliagas, che ha introdotto inoltre l’obiettivo della Art Fair, ovvero rendere più popolare ed accessibile a tutti un mercato fotografico nel sud Europa, con l’intento di coinvolgere la Francia in uno showcase di fotografia business sempre pronto ad ascoltare le esigenze di aziende e clienti.

L’appuntamento col mondo della fotografia francese non ha rinunciato però ad esporre pubblicamente diversi scorci di vita quotidiana in ambienti particolarmente plagiati da guerre, carenze di attività umanitarie e conflitti: tra le foto esposte, in una piccola galleria, abbiamo trovato anche il fotografo Ramallah, che ha allestito Gallery One, spazio di promozione di fotografi palestinesi colpiti dai problemi del proprio territorio.

Perché unire fotografia business e arte? L’esempio francese ci insegna

fotografia business e arteGli approcci all’arte dell’immagine, nell’edizione 2016 di Docks Art Fair, insegnano nuove tecniche espressive anche ai fotografi professionisti europei e, di conseguenza, anche agli esperti italiani.

Consideriamo a titolo d’esempio Sandra Senn, che ha partecipato alla convention per conto della galleria Voss.

L’artista realizza sculture in legno, spesso ritraenti figure del mondo marittimo o medioevale come battelli e castelli, fotografandole successivamente per esibirle al pubblico.

Una successione di gesti, quindi, che nel profondo rivelano l’interconnessione delle arti, senza tralasciare la volontà di documentare i nostri tempi, come mostrato dal photoreporter algerino Bruno Hadjih, collaboratore di importanti testate come The New York Times, che non ha rinunciato a mettere in mostra i suoi migliori scatti investigativi.

A conclusione di questa edizione di Docks Art Fair, la fotografia business parla chiaro: non si tratta semplicemente di “vendere” una foto, bensì di entrare in risonanza con gli eventi dei nostri tempi e produrre una documentazione fotografica più apprezzabile e veritiera possibile.

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GIOVANNI MIELE

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