Tecnica Fotografica. La fotografia paesaggistica occupa un grande spazio nel panorama dedicato al mondo dell’immagine: scopriamo come valorizzare i filtri
Utilizzare i filtri con la propria macchina fotografica è un espediente a cui spesso ricorrono sia fotografi amatoriali che fotografi professionisti.
Questo principalmente perché, ancora prima dell’avvento del digitale e della post-produzione grafica, hanno ricoperto e ricoprono anche oggi un ruolo importante nel dare ad un panorama il giusto “mood” o la combinazione di colori desiderata per la stampa su depliant o album fotografico.
La fotografia paesaggistica ricopre un ruolo fondamentale nella tecnica fotografica, ed è certamente uno degli ambiti in cui più spesso vengono utilizzati i cosiddetti “vetrini”.
Concentriamoci quindi sulle principali tipologie di filtri che possono aiutarci nel nostro lavoro, differenziandoli innanzitutto in filtri a vite e a lastrina. Si tratta di due categorie complementari in cui vengono suddivisi i filtri fotografici: i primi sono circolari, mentre i secondi assumono una forma tipica di un quadrilatero.
I filtri a vite presentano una filettatura lungo il loro perimetro, in modo che possano essere utilizzati con l’obiettivo anteriore della fotocamera, semplicemente avvitandoli.
Tendenzialmente sono costruiti in vetro e rappresentano di gran lunga i filtri più utilizzati da chi è già in possesso di discreta tecnica fotografica.
I filtri a lastra vengono invece fissati all’obiettivo con un supporto, permettendo ai filtri di essere incolonnati lungo un asse da cui possiamo regolarne entità e posizione.
Come utilizzare i filtri fotografici: differenze principali
Una volta esaminate queste macro categorie di filtri, avventuriamoci in maniera specifica sulle loro peculiarità.
Abbiamo i cosiddetti Neutral Density Standard, in grado di modificare la percentuale di luce in entrata nell’obiettivo uniformemente.
Sono adatti alle esposizioni prolungate in ambienti molto luminosi: non aggiungono alla scena colori dominanti, bensì semplicemente attenuano l’impatto di luce eccessiva nei paraggi.
I filtri Graduated Neutral Density sono invece studiati in modo che la luce possa essere trattata come una sfumatura.
L’oscuramento è graduale ed è in grado di intervenire sulla gamma dinamica della foto consentendo di rendere l’input luminoso uniforme, anche nel caso in cui si presentassero palesi dislivelli (ad esempio, tra cielo e terreno).
Chiudono la carrellata i filtri polarizzatori e UV: i primi riescono a ridurre in maniera convincente il bagliore di determinate superfici particolarmente brillanti, come ad esempio gli specchi d’acqua nei giorni di sole.
I secondi riescono a manipolare la luce solare passante attraverso l’obiettivo proteggendo la fotocamera e tagliando i raggi ultravioletti in ambienti montani enfatizzando le note cromatiche dominanti azzurre, restituendo un’immagine più pulita e sobria.